L’amata Melissa che mi inquieta

Melissa di novembre 518

Melissa di novembre 318Ritorno con una sorta di confusione a parlarvi di Melissa, la mitica “amica delle api” di cui vi parlavo in questo post, non una donna come qualcuno maliziosamente pensa ma la profumata e intensa erba aromatica.
L'estate alquanto siccitosa a fine agosto ne aveva decretato la morte apparente, almeno di quella che si era comodamente sistemata nel mio grande vaso usurpando il posto alla tenace menta, con mia grande sorpresa devo dire.

Quindi almeno per quest'anno ho pensato con la melissa capitolo chiuso, invece poi in settembre intense piogge come per miracolo l'hanno riportata in vita, complice sempre una anno climatico abbastanza anomalo e quindi il caldo persistente che si è fatto sentire direi fino all'altro giorno.
Non ho fatto un grande caso a questa rinascita, ho dato per scontato che con i primi freddi la melissa andasse definitivamente in letargo, non oltre il letargo però perché come pianta a questo punto mi pare immortale!!!
Invece con grande sorpresa è ancora li oggi in pieno novembre in un contesto geografico montano dove la notte la temperatura scende tranquillamente sotto lo zero, anche se di poco per ora.
La perplessità è che è rigogliosa come in piena estate, anzi forse di più come si vede dalle foto volanti scattate poco prima.
Non che mi dispiaccia avere a disposizione la gradevole e utile melissa, sapete che la uso volentieri nelle ricette come in questa che ho pubblicato mesi fa, ma la faccenda un po' mi inquieta.
Qualcosa non quadra, per quanto ne so erbe così dovrebbe essere, come dicevo prima, nel loro letargo invernale già da un pezzo e a noi cucinieri rimanere a disposizione le aromatiche forti e di stampo più stagionale come rosmarino, salvia o alloro.
Poi magari qualche esperto in giardinaggio mi può tranquillizzare e ribadire la normalità dell'evento, ma in base ai miei parametri rimane qualcosa di inquietante.
Qualcosa legato all'ambiente, a quello che stiamo facendo o meglio non facendo per la nostra salute e quella futura dei nostri figli.
E in questo anche l'alimentazione ha la sua parte, una grossa parte, e chi si occupa di alimentazione ha le proprie responsabilità, grandi responsabilità, possiamo anche far finta di niente e gloriarci di fama, presunta grandezza e maestria, ma a questa responsabilità prima o poi dobbiamo tornare e rendere conto.
Insomma questa bella melissa in pieno novembre a me inquieta, spero solo che sia un abbaglio!

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Melissa di novembre 518

L’amata Melissa che mi inquieta - Ultima modifica: 2012-11-19T17:20:16+01:00 da Giuseppe Capano

10 Commenti

  1. E’ molto bella la tua melissa. Questo anno era un po’ diverno dagli altri, d’estate sembrava tutto a morire di alte temperature e essicita’, poi di nuovo tanta acqua e ancora caldo. Anche’ da me la natura si e’ risvegliata come in primavera. Solo in questi ultimi giorni e venuta durante la notte la brina, cosi anche’ la melissa non si puo piu’ raccogliere. Io la amo e cresce su grande parte del prato vicino alla casa.

    • Ciao Lu,
      amo anche io la profumata melissa, ma vederla così rigogliosa a novembre in montagna mi lascia molte domande, poi magari è solo un modo come un altro della natura di difendersi e ristabilire un equilibrio.
      Speriamo.
      A presto.
      Giuseppe

  2. E’ lo stesso sguardo, al contempo orgoglioso e preoccupato, con cui io guardo il mio rigogliosissimo basilico….non dovrebbe stare lì il 20 di novembre!
    Buona giornata Giuseppe!

    • Ciao Roberta,
      ti rispondo tardi, ormai la giornata è andata, allora mi porto avanti per domani, buon mercoledì.
      Vedo che anche tu hai notato l’anomalia, li in maremma forse è relativamente più normale visto il clima meno austero, però è una cosa che fa riflettere comunque.
      Qualcosa non quadra.
      Piuttosto spero che tu non sia rimasta sommersa dalla recente ondata d’acqua che ha devastato purtroppo case e terreni di amici e conoscenti miei.
      Lo spero.
      A presto
      Giuseppe

  3. ciao Giuseppe, il nespolo giapponese del mio giardino comincia ad essere in fiore. Mi sa che la temperatura un po’ alta ha confuso le gemme. Prima o poi il freddo arrivera’ e il ciclo sara’ interrotto. Per quello che ne so, ma non sono esperto, gli alberi hanno una bella riserva di gemme: queste non avranno modo di passare da fiore a frutto, ma confido che altre si sveglino dopo l’inverno. Sempre a memoria, direi che un po’ tutte le piante dovrebbero avere delle riserve, come un rizoma, un bulbo, un qualcosa per arrivare a tempi migliori. Noi potremmo avere variazioni sul raccolto, ma loro si riprenderanno 🙂
    a presto
    michele

    • Ciao Michele,
      si sicuramente la natura e il mondo vegetale hanno molte riserve e magari molte a noi sconosciute, come anche ritmi ciclici tutti da scoprire o riscoprire.
      Però penso che allo stesso tempo le riserve della natura non devono nascondere i messaggi che ci lancia attraverso le anomalie come quella che mi hai raccontato e che ho descritto anche io con la Melissa.
      Il richiamo è alla necessità di dover ascoltare meglio, tutto meglio, dal nostro corpo che ci lancia messaggi chiari che spesso ci fa comodo ignorare a quelli di una terra e una natura che la sanno lunga.
      Molto più di noi e della nostra presunzione di essere superiori.
      In questo senso bisogna darsi più da fare, magari cominciando dall’alimentazione, ma tu in questo sei già più che bravo.
      A presto
      Giuseppe

  4. condivido ciò che scrivi, soprattutto sulla disposizione all’ascolto, non come attività superficiale, ma di far parte dell’ambiente. Se le piante, e molti ecosistemi, hanno proprie risorse per riprendersi, anche se entro certi limiti, quali sono le nostre risorse? Senza diversità biologica, senza colture/culture “rilassate” e differenziate, dopo un raccolto scarso l’ambiente può rilanciarsi, ma noi cosa organizziamo? Un’unità di crisi? 🙂

    • Si certo una ennesima e spesso inutile unità di crisi.
      Rimane la constatazione come hai molto bene scritto tu che la natura è una maestra da sapere ascoltare perchè sa dare tanto, tantissimo, il problema sono gli alunni!!!!
      Prima o poi rischia di bocciarci definitivamente se non poniamo rimedio e ci mettiamo seriamente a “studiare di natura”
      A chi è saggio conviene studiare e molto!!!
      Giuseppe

  5. Caro Giuseppe, grazie del pensiero, no, non sono stata fisicamente travolta, io abito a Marina di Grosseto e lì, a parte qualche disagio, è andata abbastanza bene. Sono rimasta però “travolta” emotivamente, questi avvenimenti sono sempre scioccanti, ancor più quando riguardano posti che si amano con tutto il cuore.
    Qui il clima è decisamente più mite che da te, ma ti assicuro che non mi è mai capitato di arrivare a fine novembre senza accendere il termosifone o senza mettere mai il piumino….
    Buona giornata.

    • Ciao Roberta,
      si mi ricordo quando sono stato a Grosseto a metà ottobre, arrivavo dal nord abbastanza vestito e mi sono ritrovato quasi in piena estate, incredibile, con gli amici del posto che mi hanno preso in giro per un bel po’ visto che loro erano praticamente in maglietta.
      Be sono contento che il maltempo non abbia portato danni nella tua zona, già ha fatto parecchi danni nei paraggi.
      Buon giornata a te.
      Giuseppe

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