La ricetta del cuore: vegetariana e carica di umanità

Spumata di verdura san sostene
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Oggi voglio raccontarvi di una ricetta facile e semplice in stile vegetariano a cui sono molto legato. Come tutte le cose semplici nasconde segreti in apparenza grandi che possono essere svelati solo se si ha la capacità di guardare l’insieme e non solo il dettaglio.

L’occasione nasce da una domanda precisa fatta in occasione di un’intervista che ho rilasciato a novembre per il mensile Bravacasa sulla cucina etica, argomento di cui avremo occasione di parlare in futuro. Ecco la domanda, la sua risposta, la ricetta e la bella foto.

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La sua "ricetta del cuore"?

Ne ho tante e sono tutte collegate all’umanità di persone a me care, una che mi è rimasta nel profondo è un semplice piatto che a mio padre piaceva preparare di frequente: a seconda della stagione bolliva del tarassaco, del cavolo in foglia o delle erbette, le schiacciava insieme a delle patate lesse, aggiungeva dei fagioli cotti e riscaldava irrorando con buon olio extravergine d’oliva, sale e pepe.

Detta così sembra una banalità, ma a me racconta molto, l’olio sprigiona tutto il suo fantastico profumo, le erbe e i legumi tutta la loro potenza nutritiva e terapeutica, le patate sono il tramite dell’armonia complessiva, il gusto è semplice ma assoluto.

Spumata di verdura san sostene

Spumata di verdura san sostene

Foto Copyright : Chef Giuseppe Capano

Ingredienti per 4 persone:

  • 80 g di fagioli cannellini messi a bagno per 12 ore,
  • 10 semi di finocchio,
  • 400 g di foglie interne di verza,
  • 2 piccole patate rosse calabresi,
  • 2 foglie di alloro,
  • 1 spicchio d'aglio,
  • 1 peperoncino,
  • latte fresco,
  • olio extravergine d'oliva calabrese,
  • sale.

Preparazione:

  1. Scolare i fagioli e lessarli per almeno 45 minuti insieme a ½ l d’acqua e i semi di finocchio, sfogliare, lavare e affettare finemente la verza, sbucciare, lavare e tagliare in piccoli dadini le patate.
  2. Mettere le due verdure in una pentola insieme alle foglie di alloro lavate, coprirle con 1 bicchiere d’acqua, salarle, coprirle e cuocerle per 30 minuti circa lasciando asciugare bene il fondo di cottura.
  3. Sbucciare l’aglio e tritarlo finemente insieme al peperoncino, rosolare brevemente il battuto con 4 cucchiai d'olio e aggiungere le verze e le patate cotte private dalle foglie di alloro.
  4. Unire anche i fagioli cannellini passati al passaverdura con buchi fini in modo da eliminare bucce e semi di finocchio, mescolare e lasciare insaporire a fuoco basso per 10 minuti.
  5. Frullare finemente il tutto in modo da ottenere una purea da rendere più cremosa con l'aggiunta di poco latte, assaggiare di sale e con una sacca da pasticceria spremere a spuma su 4 piattini piani servendo subito.

Se l’abbinamento verza/patate vi ispira particolarmente e volete assaggiarne la bontà in un primo piatto provate a dare un’occhiata a questa ricetta

La ricetta del cuore: vegetariana e carica di umanità - Ultima modifica: 2011-02-26T10:36:09+01:00 da Giuseppe Capano

1 Commento

  1. è una ricetta che ho imparato da mia madre…però senza le patate…
    e mia madre di cognome si chiama Capano…San Sostene….ti ho conosciuto per caso..ho comprato il libro Cucina Mediterranea senza glutine….
    non so se siamo parenti…
    ciao

    • Ciao Angela, non so dirti neanche io se siamo parenti, comunque sia mio padre che mia madre erano di San Sostene, in qualche modo avremo qualcosa in comune. Ho scelto di dare alla ricetta il nome del paese oltre che per tutto il resto anche perché mi ricorda gli elementi semplici usati li per tradizione, al di la di tutte le varianti che poi ogni famiglia preferiva fare, come nel tuo caso l’assenza delle patate. Spero di avere il piacere di risentirti, qui o in altre occasioni, per ora grazie del messaggio.
      A presto

      Giuseppe

  2. “Deve essere ottima
    ma, visto il clima quasi estivo, volevo chiedere se è possibile sostituire le verze con un’altro ortaggio???
    Rita”
    Non so cosa sia successo tecnicamente ma mi sono ritrovato nella mia casella di posta questo commento, mentre non era presente nel pannello di controllo del blog, non ostante abbia smanettato per un po’ di tempo.
    Comunque il commento è di ieri e rispondo volentieri: cara Rita puoi usare tutte le verdure a foglia verde che preferisci, ciò che cambia sono, oltre al sapore tipico dell’ortaggio che usi, i tempi di cottura, in genere molto minori rispetto alla verza. In questo periodo di primavera mia suocera è per i campi a raccogliere di tutto e di più rispetto alle erbe selvatiche che in questo periodo abbiamo la fortuna di trovare, così tra tarassaco, luppolo e germogli di ogni tipo abbiamo provato la ricetta in molte varianti, tutte squisite. Se non hai tempo di cercare erbe selvatiche vanno bene le comuni bietole, erbette, spinaci e tutto quello di simile che puoi trovare.
    Se hai voglia raccontami della tua prova quanto prima.
    A presto

    Giuseppe

    • Ciao Nadir,
      incomincia con quelle che ti ispirano di più, guarda che però aspetto i tuoi commenti una volta provate, anche se hai osservazioni critiche, i contributi esterni sono sempre vitali e si è sempre in tempo a migliorare nella vita.
      A presto
      Giuseppe

    • Ciao Roberta,
      grazie, per me è una delle ricette di più alto livello personale, inganna la semplicità per chi guarda solo alle apparenze, ma la sintesi dei pochi ingredienti è grandiosa (a parte tutto il restante mio coinvolgimento emotivo e referenziale).
      Aspetto il tuo parere.
      Giuseppe

  3. ciao Giuseppe, buongiorno! Ho provato questa ricetta sabato scorso, che avevo ospiti. Cercavo un aiuto dai legumi, visto che il piatto forte era riso venere con cavolfiore e olive, e mi è tornata in mente questa ricetta. Ho usato il cavolo cappuccio (avevo quello) ed è venuta buonissima. E hanno tutti spazzolato tutto 🙂 Hai ragione: ingredienti e procedure semplici danno un risultato bello buono e intrigante.
    grazie, a presto
    michele

    • Grazie Michele,
      mi hai portato a bei ricordi, a un sentimento umano profondo e alla felicità di sapere che le ricette possono racchiudere in se un mondo immenso e non essere una semplice aggregazione di ingredienti come qualcuno crede.
      Sono contento per il risultato che hai ottenuto, per me questa se non è la ricetta perfetta ci si avvicina moltissimo.
      Elementi semplici, l’esaltazione sublime dell’olio, una procedura che nella sua umiltà nasconde la grandezza dell’uomo come essere pensante positivo e propositivo.
      Un riscatto dalle tante cattiverie che lo stesso uomo sa fare.
      E questo grazie alla cucina.
      Sono fortunato a fare questo mestiere, lo pervade la poesia che sa accarezzare anche tutti quelli che pulsano di passione per la cucina.
      Come te.
      A presto
      Giuseppe

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