Non c’è niente da mangiare

Ceci lessati notturna 03-2018 518

Alloro 318Mi è capitato di sentire spesso questa frase soprattutto in ambiti famigliari dove la deformazione dell’abbondanza come ha teorizzato bene il mio maestro Massimo Montanari ha in qualche modo annebbiato del tutto il senso della realtà alimentare quotidiana.
Vedere affermare in questi ambiti “qui non c’è niente da mangiare” desta in me sempre una forte impressione perché subito smarrito mi sforzo di guardare realmente cosa sia presente in dispensa e nel frigorifero per trovare sempre, sottolineo sempre, una riserva di cibo impressionante.

Quello che mi pare sia venuto a mancare, non per tutti ovviamente e fortunatamente, è la capacità di sintesi creativa fatta di quello che c’è e non di quello che si vorrebbe ci fosse.
Perduta è stata la lezione dei nostri padri e soprattutto delle nostre madri che in periodi di ristrettezze hanno saputo creare in cucina autentici capolavori ancora oggi ripetutati all’infinito.
Viene quindi da chiedersi se questa cecità percettiva sia un segnale realmente preoccupante o elemento transitorio di un mondo seduto a sua insaputa nella ricchezza dello spreco consumistico.
Nel mio piccolo (si lo so sono enormemente avvantaggiato) coltivo il più possibile la lezione dei maestri passati di cucina, quelli che anche con niente, veramente niente, riuscivano a tirare fuori sempre qualcosa di squisito a costo di uscire nei campi e raccogliere l'inimmaginabile.
Per cui in famiglia non dico che non capita che l’espressione per qualche motivo venga lo stesso fuori, ma certo è estremamente raro sentire dire che non vi è nulla da mangiare.
Questa sera ad esempio, avendo per altro poco tempo dovendo finire un progetto editoriale, ho cucinato con una manciata di ceci, 2 cipolle e il mio fedelissimo olio extravergine d’oliva di qualità.
Da me poi non mancano mai le erbe fresche e quindi si sono aggiunte anche queste, nella forse mia ingenuità stento a comprendere come non siano presenti sempre in tutte le case.
I ceci erano stati messi a bagno ieri e la pentola a pressione mi ha dato una preziosa mano, a profumarli al massimo ci hanno pensato le eccellenti foglie di alloro fresco prima, poi la dolcezza sensuale delle cipolle lentamente sciolte nell’olio.
Il frullatore ha trasformato il tutto in una irresistibile crema densa e vellutata che nella parte finale abbiamo declinato in due modi diversi utilizzando sempre quelli che per molti sembrano scarti e che invece dal punto di vista organolettico sono elementi di pregio.
Il tutto per dire come con pochissimo sia venuta fuori una semplice ricetta che a tavola ha soddisfatto tutti senza alcun rimpianto di altro, non a caso è finita in un baleno e non sono riuscito neanche a fotografarla.
Inutile dire che per quanto mi sarà possibile cercherò di ripeterla così troverete sul blog non solo la ricetta nella sua interezza, ma anche la relativa e necessaria foto!

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Non c’è niente da mangiare - Ultima modifica: 2018-03-08T22:13:50+01:00 da Giuseppe Capano

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